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Ofioliti
Le ofioliti sono rocce magmatiche ultrabasiche normalmente costituite nell'Appennino settentrionale dalla successione di serpentiniti, gabbri e basalti.
Prima dell’avvento delle recenti interpretazioni, dare spiegazione della loro giacitura poneva seri problemi ai geologi; grazie al progredire delle conoscenze - quali ad esempio le trivellazioni scientifiche dei fondali oceanici condotte da speciali navi come la Glomar Challenger - ed alle moderne ricostruzioni della tettonica a placche è adesso possibile interpretare la loro presenza all’interno della catena appenninica.
In origine e prima della loro evoluzione esse costituivano una litosfera oceanica di età giurassica: mantello superiore (peridotiti = serpentiniti) e crosta oceanica (gabbri e basalti) del paleo oceano ligure – piemontese.
Il loro studio è estremamente importante perché ci consente di conoscere rocce altrimenti ben difficilmente accessibili perché ubicate sul fondo degli oceani.
Il nome deriva dal greco ὄφις = serpente e λίθος = roccia ed è dovuto al loro caratteristico aspetto e colorazione, che ricorda la pelle dei serpenti. Sono chiamate anche con il termine di rocce verdi o pietre verdi.
Nell’area in esame predominano le serpentiniti, che affiorano estesamente nei dintorni di Gabbro e formano interamente il caratteristico rilievo di monte Carvoli, con la sua tipica forma che ricorda quella di un vulcano, ma che in realtà è dovuta alla scarsa erodibilità della roccia.