Il Parco Culturale di Camaiano > Storie e leggende > Storie > storie sui Santi
La Barca (o Barchetta) di San Pietro
è una tradizione popolare rurale diffusa in tutto il nord dell’Italia e in particolare nella valle del Gozzone, portata avanti da Rosanna che con molta pazienza e costanza tutti gli anni prepara la barca per i suoi nipotini.
Consiste nell'usanza di porre, nella notte fra il 28 e il 29 giugno (festività dei Ss. Pietro e Paolo), un contenitore di vetro riempito d'acqua nel quale colare un albume d'uovo. Il contenitore deve essere lasciato per tutta la notte all'aria aperta, per assorbire la rugiada.
Il mattino seguente si trovano nell'acqua delle strutture, formate dall'albume, che ricordano le vele di una nave. Secondo il folklore popolare, e soprattutto secondo Carlottina (la mamma di Rosanna che a sua volta preparava per lei la barchetta), le vele sarebbero prodotte da San Pietro, che soffiando nel contenitore di vetro farebbe assumere all'albume la giusta conformazione.
In considerazione di come appaiono le "vele" si può trarre buono o cattivo auspicio di come potrà essere l'annata agraria, o sul proprio destino, e comunque la prova che il Santo sarebbe passato da là, infondendo nella casa la sua forza e il suo coraggio per il futuro. A volte può capitare che le vele non si formino, forse quella sera S. Pietro era impegnato altrove!
Al Mattino dunque i bambini corrono verso il recipiente di vetro e incantati guardano le vele e sognano il realizzarsi dei loro migliori desideri. Si deve interpretare il “disegno” che la chiara d'uovo avrà disegnato nell’acqua… e da lì trarre risposta a una domanda che viene dal cuore o comunque, capire quale evento importante ci accadrà nel futuro!
Il santo ebbe anche l'onore di operare miracoli, e ciò che ogni anno viene prodotto dalla terra e dalla capacità di trasformare operare e organizzare degli stessi abitanti è per noi ogni volta un miracolo!
L'acqua di S. Giovanni e i riti della notte di San Giovanni
In questa festa, secondo un'antica credenza il sole (fuoco) si sposa con la luna (acqua): da qui i riti e gli usi dei falò e della rugiada, presenti nella tradizione contadina e popolare. L'associazione a San Giovanni Battista è frutto della chiesa cattolica in quanto sarebbe stato più facile “adeguarsi” alla tradizione preesistente anziché cancellarla dall’immaginario collettivo.
A questo Santo venivano e vengono associati i festeggiamenti più vari, per salutare e per prepararsi all'inizio di una nuova piacevole stagione. Nel periodo in cui cade la sua festa, si credeva anche che nascessero delle piante speciali, in grado di dare poteri magici a chi le raccogliesse.
Il fuoco
Nella notte fra il 23 e il 24 giugno infatti è usanza accendere dei falò. Il fuoco è considerato purificatore e la tradizione vuole che porti bene saltare sul fuoco pensando intensamente a cio’ che vogliamo migliorare o modificare della nostra vita.
Le erbe
Fra le erbe magiche, troviamo prima di tutto l'iperico. Raccogliere dei fiori di iperico in questo periodo, immergerli in una bottiglia piena di olio di oliva e porla all'aperto per tre settimane a diretta esposizione solare, forma un olio di colore rosso, ottimo per le bruciature e gli arrossamenti della pelle. Nella Valle c'è chi lo prepara ancora e lo usa come doposole.
Formare un mazzetto di iperico, artemisia, arnica, bacche di ribes, verbena, erica e porlo sotto il cuscino, favorisce un sogno premonitore.
Con alcune delle piante sopra citate era possibile fare "l’acqua di San Giovanni": si prendevano foglie e fiori di lavanda, iperico, mentuccia, rosmarino e altri fiori desiderati, si mettevano in una vaschetta colma d'acqua e si lasciava per tutta la nottata fuori casa esposta alla rugiada.
Alla mattina successiva le donne prendevano quest’acqua e si lavavano per aumentare la bellezza e favorire la salute della pelle.
S. Antonio Abate
Protettore degli Animali
Protettore degli Animali
Il 17 Gennaio si festeggia Sant'Antonio Abate, protettore degli animali, dei macellai e salumai, dei contadini e degli allevatori.
Per i contadini gli animali avevano grande valore in quanto rappresentavano una delle maggiori fonti di sostentamento e un valido aiuto per il lavoro; venivano allevati e accuditi con cura; Gilda ci racconta che da bambina prima e dopo la scuola il suo compito era quello di portare al pascolo un maile e due caprette, doveva stare molto attenta che pascolassero nelle zone non coltivate a grano e durante queste passeggiate le capitava spesso di incontrare un suo caro amico con cui si metteva a giocare a sasso contro sasso.
Le nostre amiche Gilda e Rosanna si ricordano che quel giorno i contadini si recavano alla Messa portando con se un fascio di fieno che veniva benedetto dal parroco. Al rientro nelle proprie case il fieno veniva dato in cibo agli animali in modo da assorbire in loro la protezione del santo.
Curiosa la filastrocca che recita spesso la nostra Gilda quando sente nominare il nome di S. Antonio: S. Antonio Abate, senza moglie come fate, con la moglie degli amici passo i giorni più felici!
S. Antonio da Padova
S. Antonio da Padova invece viene festeggiato il 23 giugno, e a Castelnuovo per questa festa tutte le strade venivano decorate con i petali di rosa e di ginestra, alcuni si cimentavano addirittura in disegni sacri.
Nelle aie si accatastava già dai giorni precedenti la festa della legna vecchia che poi veniva bruciata una volta finita la processione con il santo, lungo le vie del paese.
Ognuno cercava di fare il falò più bello e più alto, e poi, quando questo stava per spegnersi, tutti si cimentavano nella prova del salto. Fondamentale era mettere delle grosse patate con la buccia sotto la brace in modo da poterle consumare insieme una volta terminati i salti.
Intorno alla metà degli anni '40, durante la festa del santo, Renato (il nuovo Buiore, figlio di Buiore) rischiò la propria vita iniziando a saltare quando le fiamme erano ancora troppo alte; sicuramente per impressionare una bella fanciulla ma in realtà cadde proprio al centro del fuoco tra le fiamme più alte: grande spavento e apprensione per lui; fortuna volle che una vicina di casa che si godeva lo spettacolo fu abilissima a gettarsi fra le fiamme per salvarlo. Uscì fuori con tutti i vestiti bruciati, ma per fortuna o per intercessione del santo, Renato rimase illeso.