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Uccelli stanziali
Gli uccelli stanziali che soggiornano nel comprensorio del Parco di Camaiano
sono quelli tipici delle zone collinari mediterranee. Ma limitarci ad un elenco,
seppur puntuale, delle specie stabilmente residenti nel Parco non permetterebbe di avvicinare il curioso e l’appassionato al tema trattato quanto invece lo consentirebbe una analisi uditiva del paesaggio canoro che si presenterebbe alle orecchie del visitatore escursionista.
Immaginando quindi di percorrere un sentiero ai margini dei campi arati, non potremmo non udire il gracchiare delle cornacchie grigie e delle gazze, il verso strozzato del fagiano (Phasianus colchicus), delle garzette (Egretta garzetta), degli aironi guardabuoi (Bubulcus ibis), il chiacchiericcio degli storni (Sturnus vulgaris) o l’urlo acuto delle poiane comuni (Buteo buteo), il verso squillante dei gheppi (Falco tinnunculus), tanto per citarne solo alcuni.
Nei giardini ed in prossimità delle abitazioni non sfuggono all’incontro il codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros), la ballerina bianca (Motacilla alba), ed il pettirosso (Erithacus rubecula) che si fa più presente in autunno-inverno scendendo dalle alture.
Ma è con l’ingresso nel bosco che il senso dell’udito rappresenta spesso l’unico modo per rilevare la presenza di quegli uccelli di piccola taglia, come le cinciallegre (Parus major), le cinciarelle (Cyanistes caeruleus), l’occhiocotto (Sylvia melanocephala), lo scricciolo (Troglodytes troglodytes), o dal piumaggio/comportamento criptico, quali la civetta (Athene noctua) e l’allocco (Strix aluco), il picchio verde (Picus viridis), il picchio rosso maggiore (Dendrocopos major).
Ad una analisi più attenta, è possibile notare che certe specie cantano ad orari diversi dalle altre, e spesso da posatoi situati ad altezze differenti. Questo si traduce in una razionalizzazione dello spazio e del tempo per evitare sovrapposizioni che ridurrebbero l’efficacia del messaggio canoro emesso. Questo momento cosi importante nella biologia degli uccelli è chiamato dawn chorus.
Facendo caso, sono le specie insettivore quelle che cantano per prime, spesso precedendo l’alba. È il caso del merlo, le cince, lo scricciolo. Svegliandosi cosi presto cercano di sorprendere, prima che rientrino nei loro nascondigli, quegli invertebrati che hanno sfruttato l’umidità della notte per uscire. Fringuelli, Cardellini, Passeri, tutti granivori, si attivano invece più tardi rispetto al gruppo precedente, necessitando più luce per andare alla ricerca dei semi di cui si nutrono.
Matteo Rainieri