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Taberbacoli e croci stradali

Lungo gli antichi percorsi ricorrono, frequenti, le edicole stradali (tabernacoli) e i crocifissi; caratteristiche espressioni della spiritualità religiosa del mondo contadino.
Il più delle volte la loro ubicazione non era casuale ma rispondeva ad esigenze diverse, come: costituire punti di riferimento collegati con la viabilità, scandire i tempi di percorrenza, delimitare il confine del territorio di pertinenza di un "popolo", ecc.
Certi tabernacoli, così come le croci stradali, erano poi collegati alla pratica religiosa delle rogazioni, le pubbliche processioni di supplica, accompagnate da litanie e dalla benedizione dei campi, che si facevano in primavera per propiziare i raccolti (soprattutto in maggio, mese dedicato alla Madonna, quando si raccoglie il fieno "maggengo").
Elementi minori di architettura religiosa, i tabernacoli erano conosciuti nella campagna locale anche col nome di "maestà" o "madonnine". Essi venivano realizzati lungo le strade, alle biforcazioni, nei resedi o nei muri delle case rurali prospicienti ad una viabilità principale.
Nascenti da un cippo di pietra o da un basamento in laterizio, le croci stradali che vediamo nell’area del parco sono tutte in ferro e spesso recano i segni della passione di Cristo: la corona di spine, la lancia, il martello, i chiodi, la scala, il gallo, le tenaglie, ecc.
Il tabernacolo lungo la via di Ricaldo
L'immagine sacra originale è oggi perduta.
Le croci stradali
Questo crocifisso, ornato lateralmente da vecchi cipressi, è posto sul lato destro della S.P. delle Capanne (n° 8) in direzione Livorno. Sul piedistallo in pietra si legge la data 1907.
Testimonianze orali riferiscono che il sito dove è posta la croce sia lo stesso in cui furono rinvenuti gli oggetti di chiesa rubati in seguito a un furto sacrilego.
Alcune immagini:
Il tabernacolo alla Malavolta