Fornaci
Le fornaci nelle forme più evolute erano costituite da edifici in muratura o, più semplicemente, da buche scavate direttamente nel terreno (fornaci a volo), nelle quali veniva cotto il “sasso da calce” (pietra calcarea) per la produzione di calcina. La camera di combustione era quadrata o circolare, con pareti di grosso spessore e quasi sempre interrate per evitare la dispersione del calore. Sul davanti si trovava un'apertura per l'introduzione del combustibile (legname) e per lo scarico del materiale cotto. La carica della pietra calcarea avveniva dall'alto attraverso un'apertura che serviva anche per dare sfogo ai gas della combustione. La cottura durava 3/4 giorni ed il consumo di legna era di 3,5/4 quintali per tonnellata di calce prodotta.
Nelle fornaci da laterizi sopra alla camera di combustione si trovava la camera di cottura, dove veniva collocato il materiale da essiccare attraverso una propria apertura. I due ambienti erano separati da un pavimento fessurato per facilitare il passaggio del calore.
Con la diffusione dell'appoderamento, iniziato nell'area collinare verso la fine del Settecento e proseguito fino ai primi decenni del '900, si assiste ad un notevole sviluppo dell'edilizia rurale, resa possibile grazie alla presenza di fornaci a carattere artigianale, spesso costruite nelle immediate vicinanze del fabbricato da erigere. Nell’area del parco gli unici resti visibili appartengono a fornaci da calce.
(Castelnuovo della Misericordia)
I resti della fornace si trovano all’interno di una proprietà privata, sulla sinistra dalla strada che viene da Rosignano M.moprima di arrivare alla piazza del paese. La fornace risulta censita nel Catasto Fabbricati del 1876 fra le proprietà di Stanislao Potenti con una consistenza di piani 1 e vani 1. Nel 1914 ne veniva dichiarata l’avvenuta “demolizione”.
(Castelnuovo della Misericordia)
I resti della fornace sono visibili sulla sinistra della strada che da Castelnuovo della Misericordia porta a Nibbiaia (S.P. del Vaiolo), appena fuori dall’abitato, prima del campo di calcio del paese. Si trattava di una calcara a due buche, di cui rimane in evidenza una bocca da fuoco mentre l’altra risulta crollata.
L’epoca della sua costruzione non è nota, si presume ottocentesca in quanto testimonianze orali la ricordano in quello stato già prima dell’ultima guerra.
(Nibbiaia)
La fornace in questione era una calcara del tipo “a volo”. Ubicata sul fianco destro della strada delle Corazze, un antico percorso che da Nibbiaia scende al Torrente Chioma, probabilmente servì a produrre calcina necessaria alla costruzione del vicino fabbricato di Poggio alle Querce, le cui origini risalgono ai primi decenni del Novecento.
Sulla sponda sinistra del Botro Motorno, ai piedi del poggio (versante sud) sul quale si erge l’abitato di Castelpiero, si rinvengono i resti di una antica calcara con il carico di pietra ancora in posto. Il manufatto, ben conservato, si presenta addossato all’argine della collina. Il rivestimento del forno è realizzato in materiale argilloso concotto e il diametro esterno misura circa 3,5 m.